TTIP e TISA. La salute in vendita

logoSIUn interessante articolo di Stefano Guicciardi pubblicato su Saluteinternazionale.org.

I trattati commerciali fra USA ed UE, modificando le attuali regole a favore della libera concorrenza, potrebbero avere conseguenze negative sulla salute, sia indirettamente attraverso i determinanti sociali e ambientali di salute (lavoro, alimentazione, inquinamento, disuguaglianze, etc), sia direttamente attraverso la mercificazione dei servizi sanitari. Le reazioni in Italia. Il documento della neo costituita Rete Sostenibilità e Salute.

PHM: INCONTRO NAZIONALE “SALUTE E MOVIMENTI. 1978– 2015” Bologna, 18-19 aprile 2015

downloadDal 17 al 19 Aprile si terrà a Bologna un incontro nazionale durante il quale persone provenienti da diversi ambiti della società civile proveranno a condividere pratiche e saperi sul rapporto tra le forme di welfare istituzionale (servizi) e le esperienze di autorganizzazione nel campo della salute a partire da una ricostruzione storica della medicina critica in Italia.
Questo evento rappresenta un’occasione per costruire legami e condividere esperienze con diverse realtà sociali che solo apparentemente sembrano non occuparsi di salute ma che in realtà, secondo l’approccio fondato sulla teoria dei determinanti sociali della salute, svolgono un ruolo di primaria importanza in tal senso.
L’evento si inserisce all’interno di un percorso di ricerca-azione internazionale coordinata dal People’s Health Movement .

SOLIDARITY WITH GREECE

As doctors and citizens, we have the obligation to respond and to advocate for the protection of health and health care. As a consequence, we cannot ignore the fact that the health of people in Greece has worsened to unacceptable levels. The statistics are appalling and clearly show that the collapse of the Greek economy and of its health system, and the impoverishment of people,  is hitting the most vulnerable and those who cannot be held responsible for the crisis. Children are dying; according to the Lancet, infant mortality went up by 43% between 2008 and 2010, while the rate of low birth weight increased by 19%, due to the reduction of antenatal care and the consequent worsening of maternal health. Medicines are in short supply, HIV steps up again, life expectancy goes down.

We cannot keep quiet; we must speak up and clearly state that people’s health comes first. Greek citizen must be defended, protected, treated, rehabilitated, cured, for a society that grows healthy.

We call for the highest priority to wariness and action upon the current health tragedy in the ongoing negotiations between the Greek government and the EU institutions. We urge that the former be given the possibility to act for the recovery of fundamental rights, such as the right to health, as promised to and wished by the Greek people.

We refer also to article 35 of the EU Charter of Fundamental Rights, ratified by all the Member States, when it states that:

“A high level of human health protection shall be ensured in the definition and implementation of all the Union’s policies and activities.”

Italian Global Health Watch

March 10, 2015

Short Course in Global Health and Sustainable Development Post-2015

The Faculty of Health Sciences at AUB and EARTH University are happy to announce the launch of the first course from the newly developing Global Master’s in Health and Sustainable Development this summer! As the first course to be delivered, we are providing considerable financial support and encourage all who are interested and eligible to apply now!

The full announcement and details are attached – application deadline is April 15, 2015, and the course is taking in only 15 students.

Maha Damaj, PhD
Assistant Professor of Public Health Practice
Co-coordinator of the Global Master’s in Health & Sustainable Development Project

 

PHM Webinar: Defending and Strengthening Public Health Systems – Sunday 8 March @ 19h UCT time

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Invitation to join the PHM Webinar on

DEFENDING AND STRENGTHENING
PUBLIC HEALTH SYSTEMS

Sunday 8 March 2015 @19h UCT Time

CLICK HERE for the Webinar Webpage

IL PASO DOBLE DELLO ZUCCHERO  

Lo strano caso dell’Italia all’attacco delle nuove raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sullo zucchero. Possiamo titolarla così la clamorosa iniziativa intrapresa in solitario dal nostro paese al Consiglio Esecutivo (Executive Board) dell’OMS, con un’aggressività diplomatica mai vista prima. Lo scrive una che – dal lontano 1999 – segue con una certa accuratezza tutti gli appuntamenti intergovernativi dell’agenzia. Ma la battaglia nostrana sullo zucchero non è una questione tecnica, una storia per addetti ai lavori. C’è dell’altro. A incastro fra la seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione della FAO (ICN2) e l’universale Expo Milano, la presa di posizione dell’Italia contro le nuove linee guida dell’Oms ha implicazioni fortemente politiche che investono le scelte globali in campo sanitario, e gli assetti di governance nazionale. La vicenda avrà ricadute diplomatiche, dicono fonti informate. Nell’euforico debutto di Expo, c’è da aspettarsi che l’Italia riprenderà il tema prima dell’Assemblea Mondiale della Salute. Insomma, non finisce qui.

Qual è dunque la questione? Al Consiglio Esecutivo dell’Oms da poco concluso a Ginevra il nostro paese, appellandosi alla regola sui procedimenti d’urgenza, si è lanciato nella richiesta di inserire un nuovo punto all’ordine del giorno per rivedere le modalità con cui l’OMS mette a punto le linee guida intese ad orientare di volta in volta le politiche dei governi su specifici temi di salute pubblica. Le linee guida sono una delle funzioni normative più importanti dell’Oms. Ne connotano l’importanza, anzi l’unicità stessa della funzione rispetto ad altre agenzie dell’ONU e alla miriade di organizzazioni pubblico-private nate negli ultimi anni nel campo della salute. L’iniziativa dell’Italia ha colto di sorpresa tutti i governi presenti, a maggior ragione i 33 Paesi del Consiglio Esecutivo, nel metodo e nel merito. L’Italia non è membro di questo organo di governo dell’Oms (per turnazione, questo posto le spetterebbe di diritto da molti anni; ma non ce ne sono le condizioni politiche, fanno capire da Ginevra); è apparsa pertanto assai poco diplomatica l’italica modalità di intervento a gamba tesa, e senza preavviso, su un’agenda del Consiglio già densa di priorità. Gli Stati Membri del Consiglio Esecutivo hanno sopportato così con imbarazzato fastidio la lobby battente in cui si sono avventurati i nostri delegati. Ambiguo è parso il documento (EB163/1 Add. 1) con cui il nostro governo ha intavolato la discussione. L’Italia chiede da un lato la generica revisione delle procedure in materia di linee guida, ma è chiaro che l’interesse vero è puntato in una direzione specifica. Ovvero, alle nuove raccomandazioni sull’ assunzione di zucchero per adulti e bambini contenute in un documento (“Guideline: Sugars intake for Adults and Children”) licenziato dall’Oms ma non ancora pubblicato, che limitano l’assunzione di zuccheri semplici (quelli tipici delle merendine, per intendersi) al 10% del fabbisogno calorico giornaliero, con l’esortazione a ridurre ulteriormente questa soglia a meno del 5%.

Cosa c’è che non va? Perché l’Italia spara a raffica su queste raccomandazioni, con un’azione senza precedenti? “Direttive ricevute da Roma”, stando ai delegati italiani. Che prendono di mira l’Oms con una serie di argomenti ripetuti come un disco rotto.   Le nuove raccomandazioni sarebbero “draconiane”; non sono solide sotto il profilo scientifico; non sono state condotte in maniera trasparente. Ecco perché, secondo l’Italia, gli Stati Membri devono poter intervenire sulla procedura di messa a punto delle linee guida, anche tramite la scelta degli esperti e delle fonti scientifiche. In due paginette molto tecniche, il Dipartimento Nutrizione dell’Oms dettaglia come si è giunti al fatidico 5%, tentando di rispondere alle critiche sulla tenuta scientifica dei dati epidemiologici. Questi rimandano in effetti a meticolosi studi effettuati in Giappone sulle carie dentali negli anni ’60, in una fase di forte transizione dietetica del paese dopo la guerra. I dati hanno il conforto di una nuova analisi del 2014 degli studiosi Sheiham e James, che avvallano le nuove raccomandazioni. L’idea di esplorare la soglia del 5% deriva infine da uno studio sistematico della letteratura scientifica del 2014 condotto da Moynian e Kelly. In quanto alla trasparenza del processo, la metodologia delle linee guida imposta negli ultimi anni dall’Oms stabilisce un’attenzione speciale alla gestione del conflitto d’interesse nella selezione degli esperti in tutte le fasi di conduzione del lavoro, e alla condivisione dei processi intermedi. La messa a punto di tutte le linee guida prevede una consultazione aperta con i governi, che partecipano con i loro commenti. La stessa procedura è stata applicata ovviamente alle raccomandazioni sullo zucchero.

Un terreno molto delicato, nella tensione fra Paesi produttori e consumatori. Ecco perché in tutti questi passaggi, sarebbe molto pericoloso affidare la decisione tecnica sulle linee guida agli Stati Membri e ai loro interessi nazionali. Vale per lo zucchero, ma vale per tutte le linee guida dell’Oms. Lo ha spiegato bene il Segretariato dell’agenzia, lo hanno ribadito diverse delegazioni europee, e persino gli Stati Uniti.

Ma allora da dove vengono fuori le “direttive da Roma”? Contro ogni tradizione di severità in materia alimentare, in Italia da qualche tempo si agita un vento nuovo sull’ agenda politica del cibo e delle malattie croniche. Le folate di questo vento si sono chiaramente avvertite nel corso del negoziato che ha faticosamente concepito i documenti finali della Seconda Conferenza sulla Nutrizione (ICN2) di novembre a Roma. Per mesi il nostro paese, approfittando senza troppi scrupoli della presidenza UE, ha ostinatamente opposto resistenza a ogni discorso sulle “healthy diets”, le diete salutari. Queste sono la risposta più realistica alle interferenze delle aziende alimentari che approntano soluzioni alla malnutrizione puntando alla medicalizzazione del cibo e alla “bio-fortificazione” degli alimenti tramite l’ingegneria genetica. Effetto Expo? Nei ministeri l’aria è cambiata, confermano fonti che chiedono di restare anonime. L’influenza delle grandi aziende alimentari nelle decisioni del nostro paese è palpabile, con una nuova filiera decisionale che procede da “livelli molto alti”.

Chi sono queste aziende? La delegazione italiana accreditata all’Oms contiene qualche risposta. Delle due figure apparse per la prima volta sotto la generica denominazione di “esperti della salute del Ministero Affari Esteri”, Luca del Balzo risulta in effetti “senior advisor della Ferrero” in diversi link rintracciabili fino a qualche giorno fa sul web. Con questa funzione Del Balzo compare in un convegno dell’Istituto Luigi Sturzo del 16 luglio 2014 su “Il voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia”, e in un incontro con le aziende italiane organizzate in Portogallo, dove è stato ambasciatore dell’Italia, a ottobre 2014. Un classico esempio di revolving doors, o meglio di paso doble fra pubblico e privato, nella progressiva ibridazione della governance sulle grandi sfide del pianeta: salute, cibo, ambiente, solo per citarne alcune.

Nel mondo le patologie croniche – malattie dentali, diabete, tumore, effetti cardiovascolari, etc. – sono la principale causa di morte e lo zucchero è uno degli agenti più comuni nelle diete di bassa qualità, e uno dei massini fattori di rischio dell’obesità. Risulta difficile in effetti immaginare che gli interessi della multinazionale Ferrero, peraltro molto visibile a attiva durante la preparazione della ICN2, corrispondano a quelli della salute pubblica di un paese in cui, secondo il recente rapporto dell’Osservatorio del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Universita’ Milano Bicocca, un bambino su 4 è sovrappeso e uno su 10 è obeso. In Italia la prevalenza di sovrappeso in eta’ pediatrica supera di circa 3 punti percentuali la media europea, con un tasso di crescita/annua dello 0,5-1 per cento, pari a quella degli Stati Uniti.

L’insidiosa offensiva italiana – con l’infiltrazione dell’industria nella delegazione del nostro paese – non è passata inosservata agli stakeholders dello zucchero, la filiera produttiva, aprendo loro un varco come è normale che sia. Lo ha detto il rappresentante degli USA, alludendo alla necessità di tornare sull’argomento nelle discussioni dell’Oms, con il coinvolgimento degli sugar stakeholders. Coincidenza vuole che tutta questa vicenda s’intrecci con un’altra spinosa discussione in sede di Consiglio Esecutivo dell’Oms. La questione che rimanda alle nuove regole dell’interazione dell’Oms con gli attori del settore privato, sia profit che non profit. Il tema è sul tavolo da anni ed è un tema sensibile, perché riguarda il futuro stesso dell’agenzia, la sua credibilità e autorevolezza. Al Consiglio Esecutivo la stragrande maggioranza dei governi ha piazzato l’ennesima richiesta di approfondire la questione del conflitto d’interesse e la gestione dell’indebita influenza dei portatori di interessi privati.

Quello della Ferrero assomiglia a un caso studio. Uno strano caso, che richiede chiarezza nel nostro paese, prima di tutto. Quanto prima. Un tempo c’era la Nutella, buona e aggregante, ed era un bel tempo. Oggi rischia di esserci il cinismo incompetente di un governo che – assoggettato agli interessi privati del made in Italy – non sembra curarsi più di tanto dei prevedibili effetti delle proposte che fa nel campo della salute, indicatore drammatico dello stato di democrazia di una società.

Nicoletta Dentico

Osservatorio Italiano sulla Salute Globale

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http://www.ilfattoalimentare.it/zucchero-italia-oms-ferrero.html

http://www.saluteinternazionale.info/2015/02/forza-zucchero/

 http://www.linkiesta.it/guerra-zucchero-oms-italia

Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP)

PRESA DI POSIZIONE SU TTIP

La Rete Sostenibilità e Salute (RSS), che riunisce alcune associazioni sui temi della salute come bene comune e della sostenibilità del sistema sanitario pubblico, pubblica una presa di posizione sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).
Questo trattato commerciale fra USA ed UE, modificando le attuali regole a favore della libera concorrenza, potrebbe avere conseguenze negative sulla salute, sia indirettamente attraverso i determinanti sociali e ambientali di salute (lavoro, alimentazione, inquinamento, disuguaglianze, etc), sia direttamente attraverso la mercificazione dei servizi sanitari.
La RSS ritiene che, se le trattative per il TTIP dovessero proseguire, i cittadini e le loro associazioni dovrebbero vigilare, ed eventualmente esercitare pressione, perché siano rispettati alcuni principi di salvaguardia della salute, elencati nella presa di posizione. Condizione necessaria perché questa vigilanza abbia luogo è che le trattative per il TTIP siano condotte in maniera trasparente.

Continua a leggere http://bit.ly/1vcYHuR

TTIP e Salute

BRITAIN-EU-US-TRADE-TTIP-DEMOCOMUNICATO STAMPA

La Rete Sostenibilità e Salute (RSS), che riunisce alcune associazioni sui temi della salute come bene comune e della sostenibilità del sistema sanitario pubblico, pubblica una presa di posizione sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).
Questo trattato commerciale fra USA ed UE, modificando le attuali regole a favore della libera concorrenza, potrebbe avere conseguenze negative sulla salute, sia indirettamente attraverso i determinanti sociali e ambientali di salute (lavoro, alimentazione, inquinamento, disuguaglianze, etc), sia direttamente attraverso la mercificazione dei servizi sanitari.
La RSS ritiene che, se le trattative per il TTIP dovessero proseguire, i cittadini e le loro associazioni dovrebbero vigilare, ed eventualmente esercitare pressione, perché siano rispettati alcuni principi di salvaguardia della salute, elencati nella presa di posizione. Condizione necessaria perché questa vigilanza abbia luogo è che le trattative per il TTIP siano condotte in maniera trasparente.

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Trovate ogni informazione e per il programma del Congresso sul sito di Slow Medicine.