NOTAV anche in Valtellina

Medicina Democratica e Legambiente, con l’essenziale supporto dei comitati locali, presentano ricorso al TAR contro l’accordo di programma relativo alla modifica della destinazione d’uso dell’area (sito inquinato “messo in sicurezza”)…

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Medicina Democratica e Legambiente, con l’essenziale supporto dei comitati locali, presentano ricorso al TAR contro l’accordo di programma relativo alla modifica della destinazione d’uso dell’area (sito inquinato “messo in sicurezza”) ex Falck di Novate Mezzola (SO) e contro la ripresa degli scavi in due cave locali.

Cosa c’entra la TAV ?

C’entra perché la finalità del piano è quella di produrre (a partire dalla cavazione fino al trattamento nella area reindustrializzata) di “conci” ovvero dei manufatti in cemento per la realizzazione di gallerie (ferroviarie e autostradali) indispensabili per realizzare qualunque intervento TAV.

Di seguito il comunicato stampa congiunto.

 

COMUNICATO STAMPA

“QUEL RAMO DEL LAGO DI CROMO”

RICORSO AL TAR DELLA LOMBARDIA CONTRO LA DECISIONE DEGLI ENTI LOCALI

(COMUNE DI NOVATE MEZZOLA, PROVINCIA DI SONDRIO, REGIONE LOMBARDIA)

DI PERMETTERE L’INSEDIAMENTO DI UN NUOVO SITO INDUSTRIALE SU UN’AREA

INQUINATA (EX FALCK) NEL COMUNE DI NOVATE MEZZOLA, NEI PRESSI

DELL’OMONIMO LAGO COLLEGATO CON IL LAGO DI COMO.

In data odierna 3 associazioni impegnate a difesa della salute e dell’ambiente: Comitato

Salute Ambiente Valli e Lago di Novate Mezzola, Legambiente, Medicina Democratica

hanno presentato ricorso al TAR con l’avvocato Gianmaria Moiola del foro di Sondrio. Le

associazioni ricorrenti in nome proprio e dei cittadini coinvolti in molti modi hanno cercato

di convincere gli Enti interessati ad evitare ogni forma di ulteriore inquinamento e di rischio

per la salute della popolazione di un territorio di grande pregio naturalistico.

Non sono servite la Raccolta di firme conclusasi con ben 4450 adesioni, incontri,

convegni, interrogazioni parlamentari e regionali, non ultimo una partecipata

manifestazione popolare.

Secondo gli enti promotori l’insediamento industriale per lavorare il granito

recuperato da due cave circostanti spingendosi nelle viscere della montagna va

fatto, costi quello che costi.

Il testo del ricorso, molto articolato e argomentato denuncia le modalità con cui si è

proceduto, ad esempio modificando il Piano di Governo del Territorio nonostante l’evidente

contrasto con principi dell’art. 19 del Piano Territoriale Regionale, ribadisce come non si

possa costruire su una discarica inquinata da sostanze tossiche;

considera che sono stati arbitrariamente cambiati i valori limite stabiliti dalla legge per il

cromo esavalente (da 5 microgrammi /litro a 30 microgrammi/litro);

ricorda che diversi lavoratori già impiegati alla Falck hanno subito danni alla loro salute

causa le esposizioni a sostanze tossiche e cancerogene e che vi sono eccessi di malattie

importanti anche fra i cittadini che hanno vissuto e/o vivono nel territorio.

Denuncia il rilevamento di non trascurabili concentrazioni di cromo, alluminio ed arsenico

nelle acque superficiali e sedimento in prossimità del sito, secondo recenti analisi

compiute su mandato del Comitato.

Chiede, poi, che venga posta attenzione al principio di precauzione voluto dall’Unione

Europea che anche in questi giorni sta accusando l’Italia di non rispettare le norme di

legge.

Le associazioni ambientaliste e le popolazioni inquinate non accettano più che si utilizzino

senza criteri le risorse naturali, che queste vengano sfruttate a scopo esclusivo di profitto,

producendo conseguenze negative in termini di perdita della salute e soprattutto che

questa situazione continui ad essere ostentata a livello istituzionale.

Il Comitato Salute Ambiente Valli e Lago di Novate Mezzola tiene a ringraziare le

numerose persone che si sono impegnate, che hanno partecipato e contribuito alle

iniziative di raccolta fondi.

Iniziative grazie alle quali è stato possibile giungere al compimento delle indagini

ambientali ed azioni legali.

 

 

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