Ecco tutta per voi la scheda del libro del mese di Febbraio!
Manifesto per la felicità
Stefano Bartolini
Ed. Donzelli 2011
Stefano Bartolini è un economista e insegna all’Università di Siena.
Si occupa da tempo del rapporto tra la attuale società dei consumi, opulenta, e la percezione di ben-essere dei cittadini. Di recente ha scritto un piccolo articolo sulla rivista Micromega in cui relaziona del lavoro di diversi giovani ricercatori nel mondo per rispondere alla domanda su quale modello di società sia adatto per ottenere una migliore qualità della vita.
E questo è anche il tema del libro di oggi.
Bartolini parte dalla constatazione empirica che nei paesi ricchi, dove molti, ma non tutti, hanno accesso a infiniti e sempre nuovi beni di consumo materiali, serpeggi una diffusa insoddisfazione e un vero disagio psicologico che muove dalla mancanza di tempo e di relazioni umane decenti .
Questa è la chiave di lettura del libro: siamo più infelici perché siamo più poveri di relazioni, di legami. Paradossalmente il miglioramento, innegabile, delle condizioni di vita economiche e materiali è stato ampiamente compensato dal peggioramento delle relazioni interpersonali.
Bartolini analizza per prima la situazione degli Stati Uniti, che sono all’avanguardia sia nel benessere che nel malessere, e fornisce un grafico molto interessante delle curve di reddito e di felicità in Usa nel periodo 1946-1996. Ad un aumento notevole e quasi inarrestabile della curva reddituale, fa da riscontro dapprima un parallelo aumento della soddisfazione , ma a partire dal 1956, un sostanziale declino di questa che si discosta sempre di più dalla curva del reddito . Ma davvero non può esistere altra strada?
E’ molto interessante che Bartolini metta in relazione il degrado relazionale con la crescita economica. Rileva infatti ciò che sanno benissimo i pubblicitari, ovvero che l’insoddisfazione e la paura fanno vendere di più, fanno crescere l’economia. Sono una sorta di sottoprodotto del sistema.
L’autore ci conduce in un viaggio attraverso le cause, ma anche le soluzioni possibili dell’insoddisfazione contemporanea.
Una parte del libretto è dedicata proprio a delineare delle possibili e credibili, politiche per la felicità.
Interessano lo spazio urbano, la scuola, la pubblicità, il lavoro, la salute ed anche la democrazia. In ognuno di questi ambiti si può cambiare il modello, se si vuole favorire una società relazionale più felice.
L’ultima parte del libro, facendo leva su esempi virtuosi e reali, ci dice che questa nuova società, del ben.essere e non più del ben-avere, è concretamente possibile.
Ringraziamo Maurizio per la recensione!
Buona giornata!
MDF, Circolo di Torino