Medico, Cura te spesso


Recensione di M.Bobbio sul libro di Carlo Calcagno. “Medico, cura te spesso“.

Carlo Calcagno. Medico, cura te spesso. Mimesis Milano 2015. Pp185. €18    

E’ interessante notare come vira il comportamento dei medici da quando, freschi di laurea, affrontano il paziente armati di molte conoscenze teoriche, di poca capacità comunicativa e di un  ricco armamentario di linee guida da applicare in modo sistematico, a quando, nel pieno della loro attività adottano qualunque innovazione tecnologica e farmacologica per dimostrare l’eccellenza del proprio operato (e per ottenere qualche marginale beneficio dai produttori), a quando, infine, all’avvicinarsi della pensione, si accorgono che le raccomandazioni, le procedure, le innovazioni molto spesso cozzano contro i desideri, le aspettative i valori del paziente che si è affidato alle loro cure.  In alcuni casi questa maturazione viene accelerata dal fatto di trovarsi dall’altra parte della barricata, in pigiama disteso in un letto d’ospedale. Gianni Bonadonna, recentemente scomparso, aveva sperimentato in prima persona il ruolo dell’ammalato in seguito a un ictus devastante, e aveva scritto “oggi la rincorsa alla ricerca di una cura possibile mi ha allontanato troppo dal paziente, mi ha tenuto per anni in una bolla speciale… Nella mia carriera ho dovuto adattarmi ai protocolli di diagnosi e trattamento, documenti che stabiliscono passo per passo, oggi in modo anche troppo burocratico, le procedure per i pazienti… Il protocollo funge sovente da cuscinetto emotivo, per non dire barriera, tra il medico curante e una situazione clinico-prognostica densa di emotività…” per concludere che “nelle facoltà di medicina serve un nuovo esame per chi deve curare le persone: serve un esame di umanità”.

Carlo Calcagno,  urologo di Genova con una laurea in Storia ad indirizzo scientifico, affronta una riflessione etica e umana della professione medica che ha perduto la propria identità, schiacciata da  un sapere tecnico che diventa il fine e non il mezzo. Per capire quanto la medicina si sia discostata dall’essere “un luminoso e progressivo cammino fatto in nome del bene per gli  esseri umani”, Calcagno ci accompagna in modo erudito, ma soave, attraverso una personale lettura della storia della medicina, fatta di suggestioni, ciarlatani e tradizioni,  per osservare che il senso etico della professione si è diluito nel tempo, fino all’epoca attuale “caratterizzata da una corsa senza freni verso il tecnicamente possibile e non verso l’eticamente fattibile”.

Quali le cause? L’ultra specializzazione che parcellizza un lavoro per secoli concepito per osservare e curare il paziente nella sua interezza, la burocratizzazione (“il paziente avverte il distacco e la lontananza del medico ricavandone spesso la sensazione di essere trascurato”) e infine l’intrusione della spesa sanitaria nel rapporto tra un medico e un paziente. La conseguenza è la medicalizzazione: “l’espropriazione e la gestione eterodiretta della nostra salute viene data dall’establishment medico-farmaceutico in tre abili mosse condotte da scacchisti consumati: l’abbassamento dei valori sogli per definire se un individuo è sano o ammalato, l’epidemia di diagnosi per cui si è creato un esercito di worried wells (persone sane preoccupate per il rischio di incorrere in qualche malattia e quindi consumatori insaziabili di esami di laboratorio, visite mediche e medicine) l’allargamento dei criteri diagnostici che trasformano un sintomo con cui convivere in una patologia da curare con i farmaci. In questo scenairo non poteva mancare il riferimento alla filosofia di Slow  Medicine che immagina “una medicina possibile, una medicina concreta e realizzabile, una medicina che non insegua utopie o faccia le corse contro il Padreterno”.

Il titolo è curioso e ho lasciato alla fine di spiegarne il senso. La morale di  Calcagno è che un medico, per fare bene il suo mestiere, deve essere in grado di riflettere costantemente sul proprio lavoro: “il medico migliore è quello che commette meno errori, ma sopra ogni cosa conserva l’umiltà di esaminare con senso critico il proprio operato e ripensa soprattutto ai propri sbagli traendone una lezione utile per il futuro”.

Marco Bobbio


 

Comunicato Stampa Medicina Democratica Onlus: MA QUALE APPROPRIATEZZA?

imagesE’ stata definita dal Ministro della Sanità una lista di 208 esami medici a rischio di inappropriatezza, con delle sanzioni per quei medici che non rispetteranno la norma.

E’ vero che nella pratica corrente molte visite, esami, farmaci e persino interventi chirurgici non rispondono a un evidente beneficio per la salute e possono a buon conto definirsi inappropriati. Queste prestazioni, a volte dettate dalla cosidetta medicina difensiva altre da interessi o da imperizia hanno dei costi economici evidenti, dei costi clinici, perchè ciò che non è utile è spesso dannoso, dei costi organizzativi in quanto vanno ad intasare liste d’attesa già lunghe.

Noi non crediamo che la correzione di queste anomalie passi semplicemente attraverso un intervento normativo.

Slow Medicine per i diritti dei profughi e richiedenti asilo


Dichiarazione del  direttivo di Slow Medicine sul diritto alla salute dei profughi e richiedenti asilo

“ l’accoglienza, la difesa, la protezione della salute di persone che, come i migranti, si trovano in condizione di fragilità fisica, psichica, sociale è un dovere per ogni professionista della cura, sia come impegno diretto sia come denuncia di atteggiamenti offensivi, ostili, iniqui o anche solo indifferenti nei confronti dei rifugiati.”

 

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6° Giornata in memoria di Lorenzo Tomatis INQUINAMENTO AMBIENTALE E SALUTE: QUALE FUTURO PER LE NUOVE GENERAZIONI IN ITALIA

ISDE organizza  la 6° Giornata in Memoria di Lorenzo Tomatis “INQUINAMENTO AMBIENTALE E SALUTE: QUALE FUTURO PER LE NUOVE GENERAZIONI IN ITALIA”

I POSTI SONO LIMITATI A 120 E L’ISCRIZIONE E’ GRATUITA

L’evento è organizzato da Istituto Superiore di Sanità e Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, con il patrocinio di Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri – FNOMCeO.

Origine della manifestazione
“La società nella quale viviamo, distratta fino alla smemoratezza, sembra non sapere più che per oltre un secolo i lavoratori di molte industrie chimiche e manifatturiere sono state le cavie involontarie per l’identificazione della cancerogenicità di composti chimici….ma le sostanze tossiche e pericolose non cessano di essere tali una volta uscite dalle fabbriche”.
…. “la deliberata spietatezza con la quale la popolazione operaia è stata usata per aumentare la produzione di beni di consumo e dei profitti che ne derivano si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone la componente più fragile che sono i bambini, sia con l’ esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche presenti nell’ acqua, aria, suolo, cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat”. L. Tomatis 1987

8 settembre 2015 – Comunicato Stampa


La replica di Slow Medicine all’intervento di Massimiliano Boggetti  (presidente Assodiagnostici-Assobiomedica)

“Basta polveroni sull’appropriatezza”, pubblicato sul Sole 24 ore Sanità del 4 settembre scorso. Link all’articolo.

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