Per un dialogo costruttivo sulla vaccinazione anti Covid-19

COMUNICATO STAMPA 18 MAGGIO 2021

Per un dialogo costruttivo sulla vaccinazione anti Covid-19

Le associazioni che fanno parte della Rete Sostenibilità e Salute (RSS) accolgono positivamente la pubblicazione, il 26 aprile 2021, della lettera del movimento NoGrazie sul dialogo in oggetto (http://www.nograzie.eu/wp-content/uploads/2021/05/Dialogo-3.0-sui-vaccini-anti-covid.pdf). Ne apprezzano in particolare l’approfondito esame di tutte le prove scientifiche disponibili sul tema.

Sembra al momento appurato che i vaccini attualmente in uso contro il SarsCov2 siano in grado di ridurre la mortalità e i casi gravi di Covid-19. Altri possibili risultati dei vaccini presentano invece criticità: durata dell’immunità, efficacia nel ridurre o interrompere la trasmissione, effetti avversi a medio e lungo termine, protezione contro varianti del virus, rapporto costo/benefici della vaccinazione di bambini, adolescenti, giovani e adulti (ad es. nel 2020 in Italia la popolazione da 0 a 49 non ha presentato alcun aumento di mortalità rispetto alla media del quinquennio 2015-19, anzi una riduzione complessiva dell’8,5%). Queste e altre considerazioni rendono impossibile prevedere se e quando potrà essere raggiunta la cosiddetta immunità di gregge, e difficile stabilire quale sia la migliore strategia vaccinale da adottare, in ogni caso in parallelo con altre misure di controllo e protezione, come ben delucida il documento dei NoGrazie.

Ricercatori di tutto il mondo sono impegnati nel tentativo di dare risposta a questi dubbi; alcune risposte potranno arrivare in tempi relativamente brevi, per altre bisognerà aspettare con pazienza. Nel frattempo bisogna ovviamente agire. Il documento dei NoGrazie è un invito ad agire con prudenza, soprattutto per quanto riguarda la scelta della strategia vaccinale: devono essere ottimizzati i benefici, ma con un occhio attento ai possibili rischi e danni. I documenti dell’ECDC (European Centre for Disease Control) sulle strategie vaccinali affrontano per altro una prima discussione su vantaggi e svantaggi delle diverse opzioni.[1]

Per concludere, la RSS appoggia l’approccio dei NoGrazie alla discussione sul tema e si augura che istituzioni, professionisti e ricercatori sanitari accettino di partecipare a un dialogo nel quale le argomentazioni siano, per quanto possibile, basate su fatti e prove, non sulle sole opinioni. In particolare, la RSS invita a considerare con attenzione vantaggi e svantaggi dell’obbligo vaccinale, introdotto con decreto legge per “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali” e spesso invocato sui media anche per altri gruppi di popolazione.

Bologna, 18 Maggio 2021

Aderiscono, oltre al movimento NoGrazie, che redige e pubblica, aggiornandolo al bisogno, il documento in oggetto, come numero speciale della propria Lettera periodica:

·            La Rete Sostenibilità e Salute, con le Associazioni che seguono:

­             Fondazione Allineare Sanità e Salute, che peraltro ha contribuito a redigere il documento in oggetto;

­             Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

­             AsSIS – Associazione di Studi e Informazione sulla Salute

­             Comitato Giù le mani dai Bambini ONLUS

­             Associazione Salute Pubblica

­             LUMEN APS

­             Rete Euromediterranea per l’Umanizzazione della Medicina

­             Saluteglobale.it

­             Fondazione per la Salutogenesi ONLUS

­             Medicina Democratica ONLUS

­             Associazione per la Decrescita

­             Movimento per la Decrescita Felice

­             Associazione psi.CO.

­             Sportello Ti Ascolto

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[1] https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19/prevention-and-control/vaccines

RETE SOSTENIBILITA’ E SALUTE: «VACCINO COVID AI BAMBINI, MORATORIA SUBITO»

La Rete Sostenibilità e Salute ha lanciato un appello, già sottoscritto da circa un migliaio di operatori sanitari, per la richiesta di una moratoria sulla somministrazione del vaccino Covid ai bambini.

«La vaccinazione dei bambini non comporta sostanziali benefici diretti ai riceventi, data la bassa incidenza e le manifestazioni cliniche moderate della malattia nelle fasce pediatriche, né benefici di rilievo per la collettività, poiché i bambini non hanno un ruolo rilevante nella trasmissione del SARS-CoV-2 – scrive la Rete nel suo appello – Inoltre, i vaccini in uso non azzerano la trasmissione dell’infezione, hanno durata sconosciuta ed efficacia ridotta su alcune delle varianti sinora emerse. Non è stata stabilita, ad oggi, la necessità e la frequenza di dosi di richiamo per mantenere l’immunità conferita con i vaccini (ma già si prospettano con insistenza rivaccinazioni almeno annuali), ed è sconosciuto l’effetto di una eventuale immunizzazione periodica».

«A fronte di benefici minimi o trascurabili riteniamo che non sia opportuno esporre i bambini al rischio di eventi avversi conosciuti e comuni, anche se probabilmente in gran parte reversibili, e al rischio di eventi avversi a lungo termine ancora non individuati, ma possibili – proseguono i promotori – La sorveglianza post-marketing delle vaccinazioni è iniziata da poco tempo; le informazioni su eventi rari ma pericolosi si potrebbero presentare nel corso degli anni, ed evidenziarsi essenzialmente con lo sviluppo di programmi di sorveglianza attiva, ancora oggi lacunosi o completamente assenti. Si ritiene che la vaccinazione da sola non possa portare alla “immunità di gregge”, quindi attualmente non esiste una giustificazione “altruistica” o “etica” nel vaccinare i bambini al fine di proteggere le popolazioni a rischio, già oggetto di un’intensa campagna vaccinale».

«I bambini reagiscono in modo diverso rispetto agli adulti ai vari stimoli antigenici, con differenze profonde nelle varie fasce di età. Inserire nuove vaccinazioni nei calendari vaccinali pediatrici potrebbe comportare una riduzione delle coperture delle vaccinazioni di routine, e causare interazioni sconosciute. I bambini non sono i più colpiti da questa pandemia, ma rischiano di essere le sue più grandi vittime. L’imperativo ippocratico “primum non nocere” è un principio basilare per ogni medico e dovrebbe esserlo anche per ogni provvedimento di sanità pubblica. Il numero di vaccini da inoculare (NNT) ai bambini potrebbe essere molto alto per evitare loro un caso di COVID-19; continueremo ad impegnarci per promuovere alimentazione sana e stili di vita adeguati a preservare le fisiologiche capacità difensive dell’organismo contro tutte le infezioni e contro le malattie croniche e degenerative»: così si conclude il documento.

L’appello, articolato e documentato, ha a corredo una corposa bibliografia scientifica che viene messa a disposizione delle istituzioni, delle autorità e dei decisori politici.

COMUNICATO STAMPA DEL 26 OTTOBRE 2020 La posizione della Rete Sostenibilità e Salute sulla radiazione di medici per reati di opinione

Perché questo non succeda di nuovo

«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»

Martin Niemöller (1892-1984)

In questi giorni alcuni medici sono in attesa del verdetto della CCEPS, Commissione Centrale Esercenti Professioni Sanitarie, di conferma o rigetto della loro radiazione pronunciata in seguito all’espressione di opinioni critiche sull’obbligo vaccinale e le modalità di somministrazione dei vaccini.

Secondo l’articolo 41 del D.P.R. 221/1950 la radiazione è pronunciata contro l’iscritto che con la sua condotta abbia compromesso gravemente la sua reputazione e la dignità della classe sanitaria. L’articolo 42 correla la radiazione obbligatoriamente solo a condotte aventi rilevanza penale o assimilabili, secondo il canone di proporzionalità tra fatto e sanzione. Essendo i fatti addebitati privi di rilevanza penale, sotto il profilo oggettivo, perché privi di offensività, non risultando che tali sanitari abbiano causato danni personali alla salute degli assistiti, applicare tale sanzione nei loro confronti non appare coerente con i principi di proporzionalità e di ragionevolezza, tanto più che identico provvedimento non è stato adottato in casi puniti dalla giustizia penale con sentenze di ergastolo, o per reati di corruzione e concussione.

La radiazione di medici per reato di opinione pone un interrogativo decisivo: se sia lecito oppure no, per un medico, esprimere le proprie opinioni, quali esse siano. L’accusa è di aver espresso un pensiero che avrebbe provocato nella popolazione l’idea dell’inutilità e dei rischi dei vaccini, con conseguente riduzione della copertura vaccinale e un potenziale danno alla salute individuale e collettiva. Anche se manca la verifica dei risultati concreti di tali comportamenti, l’articolo 21 della Costituzione afferma che “tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e con ogni altro mezzo di diffusione”. La manifestazione del pensiero, in quanto espressione di libertà, è dunque attività lecita per tutti, anche per i medici e non può essere compressa da fonti inferiori a quelle costituzionali. Tale libertà e tale diritto appartengono indistintamente ad ogni soggetto, indipendentemente dalla qualifica che lo stesso abbia, anche se appartenente all’Ordine dei medici.

L’articolo 33 della Costituzione afferma che “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Non può dunque esserci un vincolo a una scienza unica e di Stato e dell’ordine di appartenenza. La scienza ha pure i suoi criteri e perfino una sua verità, ma essa e gli scienziati agiscono all’interno di sistemi sociali, culturali ed economici che ne condizionano priorità, orientamenti e risultati e di cui è importante essere consapevoli.

La storia inoltre mostra che tale verità è spesso soggetta a mutamenti, ripensamenti e non è detto che permanga immutabile quella proclamata oggi, soprattutto se nuove e più forti prove mettono in discussione e portano a modificare alcune conclusioni, o persino paradigmi correnti. Ma ciò diventa impossibile se, anziché affidarsi alla forza delle prove per respingere argomentazioni che risultino infondate, si reprime il libero confronto con strumenti sanzionatori non solo estranei al dibattito scientifico, ma intimidatori nei confronti di un’intera categoria.

L’indipendenza e l’autonomia dei medici sono beni preziosi da preservare, in un ambiente antidogmatico, favorevole al libero dibattito scientifico, trasparente e il più possibile esente da conflitti d’interessi. Nessun ricercatore e nessun operatore sanitario dovrebbe essere messo in condizione di aver timore di esporre i propri convincimenti su temi attinenti alla medicina e alla pratica medica, fermo restando che le pratiche da raccomandare sono quelle che in un contesto scientifico in continuo divenire si avvalgono delle migliori prove di efficacia al momento disponibili e sicurezza nel tempo.

Il fenomeno mondiale Covid-19, che ha consentito un aperto dibattito internazionale sulle esperienze cliniche in continuo divenire, indispensabile alla condivisione e revisione di approcci che evolvono in tempo reale, sta mostrando la fecondità di un confronto senza pregiudizi sull’efficacia e la sicurezza della pratica medica, anche fra posizioni contrapposte.

L’altra accusa mossa ai medici è stata di aver presentato al pubblico posizioni critiche, anziché limitarle a un contesto scientifico o istituzionale. Si comprende il richiamo all’opportunità di mantenere tale condotta e il suo razionale, ma gli spazi per dibattere in ambito scientifico e istituzionale devono essere effettivamente garantiti. È altrettanto indispensabile che, sempre nel pieno rispetto delle regole del confronto scientifico, anche posizioni oggi di minoranza siano consentite, senza far oggetto il dissenso di discredito, censure e sanzioni, come sta invece purtroppo accadendo.

Chiediamo dunque in conclusione che, all’interno degli idonei contesti medici e istituzionali, sia garantita in modo effettivo la possibilità di un libero e aperto confronto (oggi di fatto fortemente inibito) tra professionisti che condividono il metodo scientifico e possano pertanto discutere in modo documentato di importanti temi di salute, senza censure né divieti pregiudiziali, né tanto meno correndo il rischio di radiazione.

La Rete Sostenibilità e Salute

Fondazione Allineare Sanità e Salute
No Grazie
AsSIS – Associazione di Studi e Informazione sulla Salute
Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina
Fondazione per la Salutogenesi ONLUS
Giù le Mani dai Bambini ONLUS
Lumen
Medicina Democratica ONLUS
Movimento per la Decrescita Felice
Saluteglobale.it
Slow Medicine
SIMP Società Italiana di Medicina Psicosomatica
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[gview file=”https://www.sostenibilitaesalute.it/wp-content/uploads/2020/10/Comunicato-Stampa.-La-posizione-della-Rete-SostenibilitaÌ-e-Salute-sulla-radiazione-di-medici-per-reati-di-opinione.pdf”]

COMUNICATO STAMPA DEL 21 SETTEMBRE 2020: La vaccinazione antinfluenzale estesa alla popolazione e resa obbligatoria può risultare più dannosa che utile?

Come sottoscritte Associazioni aderenti alla Rete Sostenibilità e Salute (RSS), in un comunicato del 16 giugno c.a. destinato in modo esclusivo a stampa medica e a contesti istituzionali,1in seguito alla disamina dell’articolo “Vaccinazione antinfluenzale: che cosa dicono le prove scientifiche. Vaccinare in modo indiscriminato anziani, gravide, bambini e sanitari può risultare più dannoso che utile?”, 2 avevamo espresso motivate preoccupazioni rispetto alla Circolare del Ministero della Salute che estende la raccomandazione a vaccinare contro l’influenza bambini, donne in gravidanza, personale sanitario e anziani, e rispetto a ordinanze regionali che prevedono addirittura obblighi.

Nel richiedere una moratoria sull’estensione di tale vaccinazione, sollecitavamo un confronto approfondito in sedi scientifiche e istituzionali dedicate, a livello nazionale e regionale, senza chiusure pregiudiziali.

Purtroppo tale confronto non c’è stato, e risulta che alcune forze stiano persino chiedendo di istituire un obbligo nazionale.

Tuttavia la recente sentenza del TAR della Regione Calabria, nell’annullare l’ordinanza regionale che disponeva obblighi, rimanda a un’eventuale “legislazione generale dello stato, basata sugli indirizzi condivisi dalla comunità scientifica nazionale…”. Ribadiamo in proposito che non ci sono “indirizzi condivisi” dalla comunità scientifica nazionale, di cui siamo parte, sull’opportunità di estendere la vaccinazione antinfluenzale a tutti gli anziani e a intere categorie, e men che meno sull’obbligo della stessa.

Rinnoviamo pertanto la richiesta di evitare ulteriori forzature e di accettare un confronto scientifico sul tema, su cui chiediamo di essere ascoltati dal Ministro della Salute e dagli organi competenti.

.

La Rete Sostenibilità e Salute

Fondazione Allineare Sanità e Salute

No Grazie

AsSIS – Associazione di Studi e Informazione sulla Salute

Centro di Salute Internazionale e Interculturale (CSI) – APS

Fondazione per la Salutogenesi ONLUS

Giù le Mani dai Bambini ONLUS

Medicina Democratica ONLUS

Movimento per la Decrescita Felice

Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina

Saluteglobale.it

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1 CS 16 giugno 2020 La vaccinazione antinfluenzale estesa alla popolazione e resa obbligatoria può risultare più dannosa che utile?”

2 https://fioritieditore.com/salute-e-istituzioni/ 

[gview file=”https://www.sostenibilitaesalute.it/wp-content/uploads/2020/09/Comunicato-Stampa.-La-vaccinazione-antinfluenzale-estesa-alla-popolazione-e-resa-obbligatoria-può-risultare-più-dannosa-che-utile_-Rete-Sostenibilità-e-Salute.pdf”]

Iniziamo a ragionare su esercizio fisico, attività all’aperto e coronavirus

COMUNICATO STAMPA DEL  16 APRILE 2020

Iniziamo a ragionare su esercizio fisico, attività all’aperto e coronavirus

Stiamo attraversando una crisi molto grave. Lo stato italiano ha reagito a questa emergenza mettendo gradualmente in moto misure di contenimento che sembrano iniziare a dare frutti. Riteniamo oggi utile aprire una discussione su alcune misure (divieto o limitazione dell’esercizio fisico all’aperto e chiusura dei parchi), assunte nel clima generale di insicurezza e paura. Questo documento non propone un allentamento delle misure valide di contenimento, ma al contrario un aumento netto di protezione della comunità.

Vi sono, infatti, fortissime prove scientifiche che l’attività motoria dà benefici per la salute (inclusa la salute mentale) e nella prevenzione della mortalità generale e da malattie infettive (si veda l’allegato: Pillola di educazione sanitaria 147/2020). Non si tratta solo dell’esercizio fisico (jogging, bicicletta, etc.), ma anche di una camminata più o meno veloce di mezz’ora al giorno, alla portata di quasi tutti gli anziani. La ricerca scientifica indica inoltre che anche trascorrere tempo all’aperto nella natura dà importanti benefici per la salute. 

Le proposte della Rete Sostenibilità e Salute

– Ferma restando la forte raccomandazione di svolgere anche attività motoria a casa, si può cominciare a discutere se riaprire i parchi e permettere in tutta Italia, nel rispetto delle distanze di sicurezza, di svolgere attività motoria all’aperto (per ciò si intende anche una passeggiata, per i bambini il giocare all’aperto con i soli membri del proprio nucleo famigliare, coltivare un orto, etc.). Volendo essere più cauti, si potrebbe all’inizio adottare il modello francese, che permette “passeggiate e attività fisica, purché da soli o con il proprio nucleo familiare, per un’ora al giorno, nel raggio di un chilometro dall’abitazione”. Ciò eviterebbe anche l’affollamento che si potrebbe verificare in alcune aree verdi. Per chi fa jogging, a qualunque età, le distanze di sicurezza potrebbero aumentare: rispetto a #iorestoacasa, un hashtag più mirato potrebbe essere #iostoatremetri, aggiungendo il consiglio di non fare jogging nella scia di altri.

– Dovrebbe passare il messaggio che chi fa attività motoria non va guardato con riprovazione. Al contrario, si tratta di persone che attuano comportamenti meritori, tutelando la salute propria, proteggendosi meglio anche dalle infezioni, e alleggerendo il carico assistenziale per la società: così le risorse sanitarie potranno essere meglio riservate a chi ne ha più bisogno.

– La tutela della salute e un efficace contenimento dell’epidemia non si possono attuare con decisioni autoritarie poco trasparenti, ma attraverso l’empowerment delle persone: la possibilità per i cittadini di fare scelte informate, partecipate, attraverso strumenti chiari, coordinati e condivisi. Una gestione trasparente dell’emergenza faciliterebbe l’adesione alle regole necessarie al contenimento dell’epidemia.

La Rete Sostenibilità e Salute

1.     Fondazione Allineare Sanità e Salute

2.     Associazione Frantz Fanon

3.     Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

4.     Associazione per la Decrescita

5.     Associazione Scientifica Andria

6.     Centro di Salute Internazionale e Interculturale (CSI) – APS

7.     Fondazione per la Salutogenesi ONLUS

8.     Giù le Mani dai Bambini ONLUS

9.     Medicina Democratica ONLUS

10.  Movimento per la Decrescita Felice

11.  Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina

12.  Slow Medicine

13.  SIMP Società Italiana di Medicina Psicosomatica

14.  Sportello Ti Ascolto – Rete di Psicoterapia sociale

15.  Italia che cambia

Le seguenti associazioni hanno sottoscritto il documento:

Medicina di segnale

Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo

Movimento per la Decrescita Felice
Rossana Garofalo
approdi odv
Terra Nuova Edizioni
ISBEM, Impresa Sociale Non Profit, Scarl
FIAMO, Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati

UPPA
CENTRO STUDI EVA REICH
Associazione Leib – il corpo che resiste
CCM Comitato Collaborazione Medica

Media relation Rete Sostenibilità e Salute

– Email: rete@sostenibilitaesalute.it

– Sito: www.sostenibilitaesalute.it

– Pagina Facebook: Rete Sostenibilità e Salute

– Video: La rete Sostenibilità e SaluteLa Carta di Bologna (spot), Presentazione della Carta di Bologna

Adesioni

Se altre realtà associative intendessero sottoscrivere questo documento, potranno farlo circolare sui propri canali e al contempo segnalarci la loro adesione compilando il seguente form. Provvederemo a segnalare le relative adesioni sul nostro sito internet.

[gview file=”https://www.sostenibilitaesalute.it/wp-content/uploads/2020/04/Iniziamo-a-ragionare-su-esercizio-fisico-attività-all’aperto-e-coronavirus.-Rete-Sostenibilità-e-Salute.pdf”]

[gview file=”https://www.sostenibilitaesalute.it/wp-content/uploads/2020/04/Pillola-ES-attività-fisica-n.-147_2020.pdf”]

https://www.sostenibilitaesalute.it/wp-content/uploads/2020/04/Iniziamo-a-ragionare-su-esercizio-fisico-attività-all’aperto-e-coronavirus.-Rete-Sostenibilità-e-Salute.pdf

https://www.sostenibilitaesalute.it/wp-content/uploads/2020/04/Pillola-ES-attività-fisica-n.-147_2020.pdf

7 aprile 2020 – Investire in salute, oggi e domani

In occasione del prossimo 7 aprile, la Rete Europea contro la Commercializzazione della Salute (http://europe-health-network.net) ha predisposto questo comunicato stampa che sarà reso disponibile a tutti i media del nostro continente.
Troverete questo comunicato in varie lingue a questa pagina:http://europe-health-network.net/spip.php?article276

30.03.2020 – Investire in salute, oggi e domani

La diffusione della pandemia del coronavirus mette in evidenza i problemi creati dalle politiche di sottofinanziamento, della privatizzazione e della mercificazione all’interno dei sistemi sanitari.

Questa crisi, imprevista ma non imprevedibile, è stata soprattutto determinata dalle misure di austerità imposte dalle politiche dell’Unione Europea, attraverso raccomandazioni avendo come oggetto solo il rispetto dei parametri di bilancio.

I governi nazionali hanno effettuato una riduzione della spesa pubblica, in particolare nel campo della protezione sociale e della salute. Questo approccio ha favorito il mercato e ha portato a una stratificazione della qualità delle cure: Oggi, ci sono notevoli diseguaglianze nell’ accesso alle cure sanitarie, legate alle condizioni socio-economiche delle persone.

Queste scelte hanno portato alla drastica riduzione del numero di posti letto disponibili negli ospedali in molti paesi e alla riduzione del personale, ad una maggiore precarietà dello stesso ,tutto ciò per arrivare a ridurre i costi della sanità.

L’assistenza sanitaria è diventata sempre più privatizzata. Le politiche nel campo della salute si sono concentrate quasi esclusivamente sul numero crescente di prestazioni senza tener conto della loro efficacia e senza capire i veri bisogni delle popolazioni. Il volume di attività molto elevato rappresenta una fonte di guadagni e di rimborsi per le strutture private e accreditate, ma non rispetta quello che dovrebbe essere un sistema basato sui bisogni e sui diritti. Vengono stimati i costi presunti per ciascuna patologia indipendentemente dalle reali esigenze di cura dei pazienti.

Di fronte a una situazione di emergenza come quella in cui viviamo, è ormai chiaro che solo un sistema sanitario pubblico al di fuori dalle leggi di mercato, un sistema universalistico e gratuito può essere in grado di proteggere l’intera popolazione e promuovere delle campagne di prevenzione legate ai rischi da affrontare in modo coordinato. La prevenzione consente di limitare il peso delle malattie, quello che non è nell’interesse di un sistema sanitario basato sul profitto. Tuttavia, pensiamo che questa pandemia offra a certi attori commerciali la possibilità di fare un bel affare con la vendita di apparecchiature, di forniture medicali e di test. Notiamo che alcuni governi, al fine di reagire alla situazione e per superare le debolezze dei sistemi sanitari pubblici, vanno a stipulare contratti con operatori sanitari privati senza alcuna trasparenza o negoziazione.

Per questo motivo, la Rete Europea contro la privatizzazione e la commercializzazione di salute e protezione sociale e il People’s Health Movement riaffermano che è essenziale, ora più che mai, creare un sistema sanitario pubblico europeo, forte e solidale, di qualità e accessibile a tutta la popolazione. Questo sistema deve essere finanziato da risorse pubbliche attraverso le tasse o i contributi previdenziali, a seconda del paese, per dare la risposta piena e universale ai bisogni di salute. Essa deve inoltre essere basata sulla solidarietà tra le persone e tra i paesi europei, piuttosto che sugli interessi privati degli azionisti.

Gli Stati membri devono rendere la protezione sociale e la difesa della salute come priorità nei loro bilanci, che non devono sottostare a vincoli burocratici. E ‘particolarmente importante che questi bilanci siano adeguatamente finanziati per soddisfare i problemi di salute anche per il futuro: invecchiamento della popolazione, cronicità, disabilità, fragilità sociale, salute mentale, salute nei luoghi di lavoro. Ciò è possibile attraverso l’armonizzazione sociale a livello europeo, con una fiscalità generale progressiva accompagnata dalla lotta contro l’evasione fiscale.

Questo richiede anche che la salute non può essere considerata separatamente da altri settori. Gli effetti sulla salute dovrebbero essere uno dei criteri di valutazione di tutte le politiche europee.

Il 7 aprile, Giornata mondiale della salute, delle azioni decentrate sono organizzate in tutta Europa. Per il quinto anno consecutivo, la Rete Europea e PHM chiama i cittadini, gli operatori sanitari, le associazioni a mobilitarsi in occasione della giornata di lotta contro la commercializzazione della salute.

La pandemia Covid-19 ci costringe a cancellare tutte le riunioni e le manifestazioni pubbliche.

Chiamiamo ogni cittadino/cittadina a dare un segno per la “moltiplicazione di solidarietà, non del virus”.

Come? Con una iniziativa “striscione bianco” il 7 aprile.

  1. Esponete i vostri messaggi su un piccolo striscione bianco in un luogo visibile o fate un cartello in casa
  2. Fatevi una foto con i vostri messaggi
  3. Condividete
  • sui social con l’hashtag #health4all e o #salutepertutteetutti e inviatele ai vostri responsabili politici
  • sulla mappa interattiva che potete raggiungere qui: bit.ly/Agir4Health

Rete Europea contro la privatizzazione e la commercializzazione della salute e della protezione sociale – http://europe-health-network.net/ – Tél. +32499 42 44 48 – europeanhealthnetwork@gmail.com

Movimento Popolare Europeo per la Salute – https://phmovement.org/ – ana@phmovement.org

[gview file=”https://www.medicinademocratica.org/wp/wp-content/uploads/2020/03/it_comunicato_30.03.2020_investire_in_salute.pdf”]

[gview file=”https://www.medicinademocratica.org/wp/wp-content/uploads/2020/03/it_long_version.pdf”]

https://www.facebook.com/events/549550719025438/

I RISCHI PER LA SALUTE DEL 5G MORATORIA IN BASE AL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE

COMUNICATO STAMPA DEL 20 DICEMBRE 2019

I RISCHI PER LA SALUTE DEL 5G

MORATORIA IN BASE AL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE

La Rete Sostenibilità e Salute fa proprie le forti preoccupazioni già espresse da una vasta parte della comunità scientifica internazionale circa i rischi connessi alla tecnologia 5G e si associa alla richiesta di moratoria avanzata a più riprese da ISDE Italia.

Tutta la popolazione è attualmente esposta a Campi Elettro Magnetici (CEM) ad alta e bassa frequenza che hanno fatto aumentare, nei paesi industrializzati, il livello di esposizione in ambienti interni di 5.000 volte dal 1985 al 2005; a questo si aggiunge ora il 5G (“5th Generation”) che userà le bande 700 MHz, 3.4-3.8 GHz, 26 GHz e, successivamente, le bande comprese nella gamma tra 24.25 e 86 GHz (Fonte: AGCOM).
Tale tecnologia è già stata autorizzata su circa 4 milioni di cittadini italiani senza alcuna autorizzazione specifica da parte dei Ministeri competenti, in particolare di quello della Salute.
I limiti attualmente vigenti in Italia-che pur vanta una delle legislazioni più cautelative a livello internazionale, anche se dal 2012 i livelli di esposizione vengono calcolati come media delle 24 ore e non puntuali – non sono tuttavia adeguati a proteggere la salute umana, in quanto sono basati sul solo effetto acuto di riscaldamento dei tessuti, secondo le indicazioni dell’ organizzazione privata “International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection” (ICNIRP), discussa per i conflitti di interesse di molti dei suoi componenti.
Come Rete Sostenibilità e Salute non possiamo ignorare le migliaia di studi che attestano come gli effetti biologici dei CEM vadano ben oltre la sola azione di riscaldamento acuto e siano principalmente riferibili a: stress ossidativo, alterazione dei canali del Calcio, alterazione della conformazione delle proteine (“misfolding protein”), alterazioni nell’espressione genica, con conseguenze cliniche sia di tipo cancerogeno che non cancerogeno.
Per quanto attiene le onde del 5 G non disponiamo di studi epidemiologici (come per le altre frequenze) ma di studi sperimentali sia su animali che su linee cellulari che attestano l’insorgenza di effetti biologici potenzialmente pericolosi. La loro azione è stata oggetto di una recente ampia revisione. Data la loro bassa penetranza (10 mm), le ricadute possono essere locali (cellule cutanee, terminazioni nervose, microcircolo) ma anche sistemiche, in seguito al rilascio di mediatori infiammatori.
Come documentato ormai da una vastissima letteratura scientifica l’esposizione alle radiofrequenze rappresenta un rischio per tutte le forme di vita, comprese api ed insetti utili, così come è particolarmente inquietante l’azione sui batteri, in cui è stata dimostrata l’insorgenza di
antibiotico resistenza. Nell’uomo sono stati descritti disturbi neuro-comportamentali e del neurosviluppo, alterazioni neurologiche, alterazioni spermatiche, disturbi metabolici e endocrini, alterazioni del ritmo cardiaco. Per quanto attiene l’azione cancerogena i CEM sono stati classificati come cancerogeni possibili (2B) nel 2011 dalla IARC (aumentato rischio di gliomi cerebrali e neurinomi).
Ampie metanalisi di studi caso/controllo pubblicate dopo il 2011 hanno dimostrato che per uso prolungato (10 anni) o per esposizione oltre 1640 ore al telefono mobile vi è un incremento statisticamente significativo di tumori cerebrali, in particolare glioblastomi, variabile dal +32% al 44%. Studi in vivo condotti dal National Toxicology Program e dall’Istituto Ramazzini, pur se condotti con esposizione degli animali a tipi diversi di radiofrequenze (telefoni cellulari per lo studio NTP e stazioni radio base per lo studio Ramazzini) hanno dimostrato incremento negli animali della medesima tipologia di tumori a livello cardiaco e delle guaine nervose. A seguito di queste recenti acquisizioni la riclassificazione della cancerogenicità delle radiofrequenze è stata inserita fra le priorità dalla IARC.
Consideriamo inoltre che in Italia nel 2012 è stata riconosciuta la causa di servizio per un neurinoma di un nervo cranico insorto dal lato in cui veniva usato il telefono mobile per 5-6 ore al giorno per 12 anni per ragioni professionali.
Facciamo nostre le raccomandazioni del Comitato Europeo per i Rischi da Radiazioni (ECRR), che – tenendo conto degli studi pubblicati nel 2018 dal National Toxicology Program (NTP) e dall’Istituto Ramazzini – propone che anche per le radiofrequenze (come per le radiazioni ionizzanti) vengano adottati limiti che tengano conto dell’effetto cumulativo e utilizzino fattori
correttivi legati alla frequenza, all’età e alla tipologia delle persone esposte.
Sempre a proposito dei limiti intendiamo stigmatizzare anche il comportamento “schizofrenico” dell’ Europa, perché da un lato il Consiglio d’Europa raccomanda agli stati membri di fissare soglie preventive che non superino gli 0,6 Volt/metro e di ridurre questo valore a 0,2 V/m, ma dall’altro, la Commissione Europea spinge per la commercializzazione su larga scala del 5G con cui si prevede un aumento dei limiti fino a 61 V/m.
Appare in particolare urgente conoscere il rischio di tumori cerebrali in bambini ed adolescenti in relazione all’esposizione ai telefoni cellulari, il cui uso è sempre più massivo ed avviene in età sempre più precoce. A questo proposito ribadiamo con forza la richiesta che vengano al più
presto resi pubblici i risultati di Moby kids, ampio studio caso-controllo condotto con fondi pubblici europei in 14 paesi, compreso l’Italia, che sono stati inviati alla Commissione Europea il 17 gennaio 2017, quasi tre anni fa.
Per concludere, il 5G è una forma di sperimentazione preliminare, in assenza di qualunque studio di valutazione ambientale o di salute e di fatto viene installato:

  • Violando palesemente il principio di precauzione della legislazione Europea, senza svolgere la dovuta, e preventiva, valutazione ambientale strategica (VAS);
  • senza alcuna consultazione pubblica o consenso informato pubblico, violando l’atto dei diritti umani delle Nazioni Unite e la Convenzione del 2007 sui diritti umani per le persone e le disparità funzionali ed il Codice di Norimberga del 1947;
  • senza adeguati limiti di esposizione basati sugli effetti biologici e su esposizioni croniche;
  • in assenza di strumenti tecnici e normativi utili al monitoraggio di questo specifico standard di trasmissione/ricezione;
  • in presenza di una massiccia quantità di studi indipendenti che dimostrano che le radiazioni elettromagnetiche artificiali, provenienti dal 2G, dal 3G, dal 4G -già in essere e a cui il 5G si aggiungerà- e da una serie di altri simili fonti, sono dannose alla salute pubblica e all’ecosistema.

Rispetto ai rischi per la salute sopra delineati la Rete Sostenibilità e Salute, appellandosi al principio di precauzione, si associa alla richiesta di moratoria avanzata a più riprese da ISDE Italia, richiedendo di non promuovere l’utilizzo del 5G su ampia scala sino a quando non saranno effettuati seri studi indipendenti che documentino in maniera definitiva la nocività o meno per la salute umana di questa tecnologia e sino a quando non si renderanno disponibili strumenti tecnici e normativi adeguati alla tutela della salute pubblica.
Come scrisse oltre 30 anni fa Lorenzo Tomatis: “Adottare il principio di precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’occultamento di informazioni su possibili rischi… evitare che si consideri l’intera specie umana come un insieme
di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico”.

La Rete Sostenibilità e Salute

Rete Sostenibilità e Salute: chi siamo?

Siamo un insieme di associazioni che da anni si impegnano in maniera critica per proteggere,
promuovere e tutelare la salute. Ogni associazione ha la sua storia e le sue specificità, ma siamo
accomunati da una visione complessiva della salute e della sostenibilità.

  1. AsSIS – Associazione di studi e informazione sulla salute
  2. Associazione Dedalo 97
  3. Associazione Frantz Fanon
  4. Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
  5. Associazione per la Decrescita
  6. Associazione Scientifica Andria
  7. Centro Salute Internazionale-Università di Bologna
  8. Federspecializzandi
  9. Fondazione Allineare Sanità e Salute
  10. Fondazione per la Salutogenesi ONLUS*
  11. Giù le Mani dai Bambini ONLUS
  12. Italia che cambia
  13. Medicina Democratica ONLUS
  14. Movimento per la Decrescita Felice
  15. NoGrazie
  16. Osservatorio e Metodi per la Salute, Università di Milano-Bicocca
  17. People’s Health Movement
  18. Psichiatria Democratica
  19. Rete Arte e Medicina
  20. Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina
  21. Saluteglobale.it
  22. Slow Food Italia
  23. SIMP Società Italiana di Medicina Psicosomatica
  24. Sportello Ti Ascolto – Rete di Psicoterapia sociale
  25. Vivere sostenibile

Media relation Rete Sostenibilità e Salute

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PSICOFARMACI AI BAMBINI: MOLTE LE CRITICITÁ,É NECESSARIO CONSOLIDARE IL MODELLO ITALIANO

COMUNICATO STAMPA DEL 5 NOVEMBRE 2019
PSICOFARMACI AI BAMBINI: MOLTE LE CRITICITÁ,É NECESSARIO CONSOLIDARE IL MODELLO ITALIANO

La Rete Sostenibilità e Salute interviene sul delicato tema dell’utilizzo di psicofarmaci in età evolutiva in Italia, esaminando lo scenario internazionale e lanciando un appello al Ministro della Salute Speranza per una migliore appropriatezza prescrittiva di queste molecole.

“La somministrazione di molecole psicoattive a bambini e adolescenti presenta potenziali criticità – di carattere clinico ed etico – su cui concorda la letteratura internazionale”. Inizia così il puntuale position paper della RSS, Rete Sostenibilità e Salute, che riunisce le associazioni del terzo settore più attive sul tema della “salute sostenibile”. La Rete richiama con decisione l’attenzione degli operatori sia sulla valutazione dell’opportunità di prescrivere psicofarmaci ai bambini, sia sulle implicazioni etiche e giuridiche di tali prescrizioni.
Per quanto la comunità scientifica non sia concorde sull’opportunità di usare prodotti psicoattivi su organismi con un sistema nervoso centrale ancora in via di sviluppo, sono oltre 15 milioni i minori in terapia psicofarmacologica, nel mondo, per le più diverse patologie, a fronte di una preoccupante carenza di risorse per terapie non farmacologiche scientificamente validate.
Ciononostante, il ricorso, ad esempio, ai farmaci antidepressivi per trattare bambini e adolescenti è in crescita: in USA, Gran Bretagna, Germania, Danimarca e Olanda è aumentato complessivamente del 40% negli ultimi 7 anni. Si tratta di una tendenza mondiale, confermata da un recente studio pubblicato sullo European Journal of Neuropsychopharmacology, i cui dati dimostrano che in Gran Bretagna il numero di antidepressivi prescritti ai minori è cresciuto del 54%, del 60% in Danimarca, del 49% in Germania, del 26% negli Stati Uniti e del 17% in Olanda; maggiori incrementi si sono registrati nelle fasce d’età tra 10 e 19 anni, e i farmaci più utilizzati sono citalopram, fluoxetina e sertralina. “L’uso di antidepressivi nei giovani è preoccupante – ha commentato il Dott. Shekhar Saxena, già Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’OMS – una preoccupazione aggravata dal fatto che i farmaci prescritti ai giovani nella maggior parte dei casi non sono autorizzati per gli under 18”.

L’Italia non è potenzialmente estranea a questi preoccupanti scenari, ancorché per fortuna lontana dagli scandali verificatisi negli USA, come quello dello psicofarmaco Paxil®, le cui prove di pericolosità per i minori sono state taciute dalla casa farmaceutica Glaxo.

Analoghe preoccupazioni riguardano l’impropria somministrazione di molecole psicoattive a bambini iperattivi. Tra i principali fattori di rischio per l’insorgere di comportamenti diagnosticati come Sindrome di Iperattività e Deficit di Attenzione (ADHD) si trovano anche i fattori socio- economici: la letteratura scientifica dimostra che bambini provenienti da famiglie con basso status socioeconomico hanno probabilità molto superiori di ricevere diagnosi di ADHD rispetto ai figli di genitori con status più elevati. È quindi quantomeno discutibile che il soggetto diagnosticato con ADHD sia il bambino, quando tale disattenzione potrebbe essere attribuita al contesto sociale e ambientale. “Trascurare questa prospettiva significa decidere, come società, che è troppo impegnativo e costoso agire sull’ambiente in cui crescono e si sviluppano i bambini, e preferire quindi adattare i bambini difficili al contesto”, afferma il documento della Rete.

Il fondatore dell’Institute for Scientific Freedom Peter Gøtzsche evidenzia ad esempio come in alcuni Paesi i tassi di diagnosi aumentino in corrispondenza della diminuzione dei finanziamenti scolastici: non si può infatti trascurare il ruolo della scuola e delle condizioni di lavoro degli
insegnanti in questo processo. Non è raro che questi, sovraccarichi di lavoro, sentano minacciata l’immagine di sé, la propria autostima e il proprio operato per via delle difficoltà incontrate nel contenere i comportamenti di alcuni alunni e ottenere i risultati attesi necessari per attenersi al programma didattico; come sottolinea Allen Frances, a capo della task force del DSM-IV, questo aumenterebbe il rischio di fenomeni di “inflazione diagnostica”.

Insieme alle incertezze diagnostiche, esiste inoltre il rischio dell’adozione di possibili strategie di “disease mongering”, ovvero di artificiosa modifica dei criteri di diagnosi per ampliare le opportunità di vendita per i farmaci psicoattivi, rispetto al quale una puntuale registrazione dei casi di minori trattati con farmaci per ADHD rappresenta un efficace correttivo.

Il documento della RSS enfatizza poi le peculiarità positive del modello italiano rappresentato dal Registro Nazionale per l’ADHD, avanzando al Ministro della Salute Speranza specifiche proposte:

1. creare un sistema informativo per il monitoraggio e la tutela della salute mentale dedicato all’infanzia, che permetta di monitorare il volume delle prestazioni e di compiere valutazioni epidemiologiche sulle caratteristiche dell’utenza e sui piani di trattamento;
2. estendere l’attività di monitoraggio del Registro attualmente in vigore per l’ADHD, che monitora le prescrizioni di metilfenidato e atomoxetina, ad altre tipologie di farmaci prescritti ai minori, specie in modalità off-label;
3. redigere un report annuale pubblico sulla popolazione minorile diagnosticata e sottoposta a terapie specie farmacologiche, completo di dettagli sulle terapie somministrate, le remissioni dei sintomi, le terapie non farmacologiche erogate;
4. modificare con urgenza la sperequazione nell’accesso alle cure, con riguardo al mancato accesso alle terapie non farmacologiche da parte di molte famiglie residenti in Regioni i cui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) non le prevedono;
5. creare strumenti adeguati per informare la cittadinanza dei risultati dei report e di altra documentazione utile per contribuire a scelte terapeutiche più consapevoli, informate;
6. avviare un percorso di confronto con le istituzioni sanitarie di altre nazioni, per rendere noto e valorizzare al meglio il modello di controllo adottato in Italia;
7. in ultimo, anche in relazione al possibile uso inappropriato di alcune di queste molecole in modalità di “auto-medicazione”, valutare una campagna nazionale di informazione, sensibilizzazione e prevenzione rivolta alla cittadinanza (gli Allegati al paper riportano anche diversi fattori di rischio associati ad ADHD che si possono evitare o almeno ridurre con appropriati interventi delle famiglie interessate e/o della scuola).

Il documento della RSS si conclude con una citazione del Rapporteur delle Nazioni Unite sui diritti umani, il Dott. Dainius Pūras, il quale ha sottolineato, in un recente rapporto dell’ONU, come alcune condizioni strutturali (povertà, discriminazione, violenza) siano le cause più profonde alla radice del disagio mentale e della sofferenza a cui, “troppo spesso vengono fornite risposte individualizzate, immediate, influenzate da un paradigma esclusivamente biomedico che ignora i trattamenti alternativi, sottovaluta il ruolo della psicoterapia e di altri trattamenti psicosociali e, cosa più importante, non affronta i fattori determinanti che contribuiscono ad una cattiva salute mentale, con una sovramedicalizzazione particolarmente dannosa per i bambini”

La Rete Sostenibilità e Salute

Rete Sostenibilità e Salute: chi siamo?
Siamo un insieme di associazioni che da anni si impegnano in maniera critica per proteggere, promuovere e tutelare la salute. Ogni associazione ha la sua storia e le sue specificità, ma siamo accomunati da una visione complessiva della salute e della sostenibilità.

1. Comitato Giù le Mani dai Bambini ONLUS
2. Sportello Ti Ascolto – Rete di Psicoterapia sociale
3. Fondazione Allineare Sanità e Salute
4. AsSIS – Associazione di studi e informazione sulla salute
5. Associazione Dedalo 97
6. Associazione Frantz Fanon
7. Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
8. Associazione per la Decrescita
9. Associazione Scientifica Andria
10. Centro Salute Internazionale-Università di Bologna
11. Federspecializzandi
12. Fondazione per la Salutogenesi ONLUS
13. Medicina Democratica ONLUS
14. Movimento per la Decrescita Felice
15. NoGrazie
16. Osservatorio e Metodi per la Salute, Università di Milano-Bicocca
17. People’s Health Movement
18. Psichiatria Democratica
19. Rete Arte e Medicina
20. Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina
21. Saluteglobale.it
22. Slow Food Italia
23. Slow Medicine
24. SIMP Società Italiana di Medicina Psicosomatica
25. Italia che cambia
26. Vivere sostenibile

Media relation Rete Sostenibilità e Salute
• Portavoce: Jean-Louis Aillon – rete@sostenibilitaesalute.it; 328.7663652
• Sito: www.sostenibilitaesalute.it
• Pagina Facebook: Rete Sostenibilità e Salute
• Video: La rete Sostenibilità e Salute; La Carta di Bologna (spot), Presentazione della Carta di Bologna

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Un nuovo mo(n)do di fare salute. Bologna 11 ottobre 2019 ore 18

Siamo lieti di potervi annunciare la prima presentazione nazionale del nostro libro:

“Un nuovo mo(n)do di fare salute. Le proposte della Rete Sostenibilità e Salute”. Edizioni Celid (settembre 2019).

Saranno presenti:
Jean-Louis Aillon, Matteo Bessone, Chiara Bodini (curatori)
Patrizia Gentilini (autrice, ISDE Medici per l’ambiente)
Autori e autrici del volume

Conduce:
Giuditta Pellegrini (giornalista ambientale e fotografa per Terra Nuova e Il Manifesto)

Venerdì 11 Ottobre, ore 18.00
presso Venti Pietre, Via Marzabotto 2, Bologna

A seguire verrà offerto un aperitivo.

Per info e contatti
chiara@phmovement.org
328/7554698

Nel frattempo è possibile scaricare gratuitamente l’introduzione redatta dai curatori e il capitolo 14, “Una riforma strutturale per la sanità: pagare la salute, non la malattia, allineare le convenienze dei diversi attori all’etica e alla salute della comunità e dei cittadini” di Alberto Donzelli in questo sito (http://www.celid.it/scheda-libro?aaref=1298).

Indice del volume:

Introduzione
1. I determinanti sociali della salute
2. Ambiente e salute
3. Cultura e salute
4. Verso una salute globale
5. L’insostenibilità di un modello di sviluppo basato sulla crescita economica
6. La salute come bene comune
7. Approccio sistemico alla salute
8. Le medicine tradizionali e non convenzionali
9. Medicalizzazione, limiti della medicina e della scienza
10. L’appropriatezza: apporti diversi per un problema comune
11. Smascherare e combattere i conflitti d’interessi
12. Medicina e welfare di comunità
13. La tutela del Servizio Sanitario Nazionale
14. Una riforma strutturale per la sanità: pagare la salute, non la malattia
Postfazione:
La costruzione della salute e il legame salute-potere
Appendice n. 1:
I documenti della Rete Sostenibilità e Salute
Appendice n. 2:
L’Appello per una scienza al servizio della comunità

COMUNICATO STAMPA DEL 8 OTTOBRE 2019

UN NUOVO MO(N)DO PER FARE SALUTE

In anteprima il primo libro della Rete Sostenibilità e Salute

Dopo circa un anno di gestazione, è uscito in libreria il libro della Rete Sostenibilità e Salute: “Un nuovo mo(n)do per fare salute”. Come suggerisce il titolo, si tratta di riflessioni e spunti, teorici e pratici, per ripensare la salute e la cura all’interno di un più ampio ripensamento dell’attuale sistema socio-economico e culturale, insostenibile e patogeno.

I vari capitoli, a cura di autori e autrici afferenti alla Rete, affrontano gli snodi principali della “Carta di Bologna”, il manifesto fondativo con cui la Rete è nata cinque anni fa: la salute come prodotto sociale, la centralità delle relazioni e dunque della cultura e della partecipazione, la questione ambientale e le alternative al dogma della crescita, i diversi approcci alla cura e l’importanza del servizio sanitario nazionale, le minacce rappresentate da conflitti di interessi e sistemi che premiano la malattia e non la salute, e molto altro.

Il libro sarà presentato a Bologna, in prima nazionale, venerdì 11 ottobre alle 18.00 a Venti Pietre (Via Marzabotto 2). Grazie alla presenza di Giuditta Pellegrini, giornalista ambientale e fotografa per Terra Nuova e Il Manifesto, sarà possibile un dialogo approfondito con i curatori (Chiara Bodini, Jean-Louis Aillon, Matteo Bessone) e le autrici e gli autori.

Per maggiori informazioni, trovate allegati la scheda libro (copertina, indice ed introduzione), la locandina e l’evento facebook: https://www.facebook.com/events/509221302957935.

A questo link può essere, invece, acquistato il libro online (cartaceo o pdf), oppure scaricato gratuitamente il primo capitolo introduttivo.

“Secondo l’autorevole rivista «The Lancet», i cambiamenti climatici saranno la principale minaccia per la salute del XXI secolo. Contemporaneamente, l’acuirsi delle disuguaglianze alimenta problemi sociali e di salute, sia fisica che mentale, in tutta la popolazione e a tutti i livelli. […]

Che cosa possiamo fare di fronte a tutto ciò?
In questo volume la Rete Sostenibilità e Salute propone spunti teorici e pratici per un cambiamento dell’attuale sistema, a partire da un modo diverso di leggere la malattia e la cura. Si tratta di un utile strumento per tutte le persone che si rifiutano di rassegnarsi a questa ingiusta ed evitabile “realtà”, e vogliono impegnarsi nel dare vita a un mondo che metta al centro la salute delle persone e quella del pianeta.”

La Rete Sostenibilità e Salute

Rete Sostenibilità e Salute: chi siamo?

Siamo un insieme di associazioni che da anni si impegnano in maniera critica per proteggere, promuovere e tutelare la salute. Ogni associazione ha la sua storia e le sue specificità, ma siamo accomunati da una visione complessiva della salute e della sostenibilità.

1. AsSIS – Associazione di studi e informazione sulla salute

2. Associazione Dedalo 97

3. Associazione Frantz Fanon

4. Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

5. Associazione per la Decrescita

6. Associazione Scientifica Andria

7. Centro Salute Internazionale-Università di Bologna

8. Federspecializzandi

9. Fondazione Allineare Sanità e Salute

10. Fondazione per la Salutogenesi ONLUS*

11. Giù le Mani dai Bambini ONLUS

12. Medicina Democratica ONLUS

13. Movimento per la Decrescita Felice

14. NoGrazie

15. Osservatorio e Metodi per la Salute, Università di Milano-Bicocca

16. People’s Health Movement

17. Psichiatria Democratica

18. Rete Arte e Medicina

19. Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina

20. Saluteglobale.it

21. Segretariato Italiano Studenti in Medicina, SISM

22. Slow Food Italia

23. Slow Medicine

24. SIMP Società Italiana di Medicina Psicosomatica

25. Sportello Ti Ascolto – Rete di Psicoterapia sociale

26. Italia che cambia

27. Vivere sostenibile

Media relation Rete Sostenibilità e Salute

– Portavoce: Jean-Louis Aillon – rete@sostenibilitaesalute.it

– Sito: www.sostenibilitaesalute.it

– Pagina Facebook: Rete Sostenibilità e Salute

– Video: La rete Sostenibilità e Salute; La Carta di Bologna (spot), Presentazione della Carta di Bologna

Dialogo su due modi d’intendere la scienza

Quello che segue è un dialogo immaginato ai giorni nostri, fra medici, ma nei nomi dei personaggi si riconosce l’ambizioso riferimento al Dialogo dei Massimi Sistemi di Galileo.
Su temi molto differenti da quelli della fonte d’ispirazione, si vogliono evidenziare posizioni diverse in dialogo, in una condizione di apertura e scambio.

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Dialogo su due modi d’intendere la scienza
L’azione si svolge in un piccolo bar all’interno di un ospedale, a metà mattina, fra un cappuccino ed un caffè, in una breve pausa

Dottor Semplici, cardiologo: Hai forse letto il testo del Patto trasversale per la scienza(1)?

Dottoressa Salviato, internista: Sì, inizialmente un po’ alla svelta ma poi l’ho letto in modo approfondito, ne sono perplessa. Tu che ne dici?

Semplici: Penso che ci voleva un testo che richiamasse l’attenzione sul valore universale della scienza…

Salviato: Ma questo termine “universale”… ci riporta indietro allo scientismo dell’ottocento(2)(3)! Le cose sono cambiate, lo sai anche tu: Popper ha evidenziato il limite del verificazionismo(4), ha sostenuto che la scienza si distingue dal resto delle conoscenze non per la dimostrabilità ma per la sua falsificabilità(5), cioè per la caratteristica di poter essere confutata.

Semplici: Non essere troppo sofisticata! Non si possono “tollerare in alcun modo forme di pseudoscienza e/o di pseudomedicina che mettono a repentaglio la salute pubblica
come il negazionismo dell’AIDS, l’anti-vaccinismo, le terapie non basate sulle prove scientifiche, ecc…” Queste sono le bufale della medicina verso cui la gente è vulnerabile.
Bisogna proteggere i cittadini da questa forma pericolosa di fake news…

Salviato: Certo, ma bisogna ragionare in modo più approfondito. Ad esempio, con il criterio di Popper, le dichiarazioni che i vaccini sono efficacissimi e sicurissimi oppure, specularmente, che i vaccini sono pericolosissimi non risultano scientifiche.
Semplici: D’accordo… essere categorici non fa parte della scienza… Scusami che saluto il dottor Sagredi della Direzione Sanitaria …

Dottor Sagredi: Buongiorno! Posso salutarvi?

Semplici: Certo, vieni che qui stiamo discutendo e forse interessa anche te. Parliamo di vaccini, dai, non ti allarmare, lo sai che non siamo no vax, però desideriamo un approccio rigoroso… Abbiamo letto il Patto trasversale per la Scienza.

Sagredi: Anch’io, fatemi capire di che state discutendo.

Salviato: Un’affermazione tipo “i vaccini sono inutili o pericolosissimi “, già a partire dalla sua formulazione, è non verificabile (“quali” vaccini? “quanto” pericolosissimi?) e
non falsificabile, perché nessun esperimento può testare concetti espressi al superlativo per interventi fra loro molto diversi. Bisogna cominciare con il dire “quanto uno specifico vaccino è utile e “quanto” è sicuro, in modo che altri possano verificare o falsificare, con metodi validi, le misure espresse. Altrettanto non verificabile sarebbe un’affermazione generica tipo “i vaccini sono efficacissimi e sicurissimi”. Chi fa simili affermazioni generiche si può definire visionario, opinionista, profeta, non uno scienziato, anche se sostiene di far parte della “comunità scientifica” o pensa di esserne
portavoce.

Sagredi: Ah! Popper! Dai, non sono così digiuno…

Semplici: Insomma come condurre l’opposizione alla pseudoscienza? Tante cose ben dimostrate vengono messe in discussione e i pazienti ci attaccano per quello che
vogliamo fare nel loro interesse… Queste parole suonano sacrosante “governare e legiferare in modo tale da fermare l’operato di quegli pseudoscienziati, che, con
affermazioni non-dimostrate e allarmiste, creano paure ingiustificate tra la popolazione nei confronti di presidi terapeutici validati dall’evidenza scientifica e
medica.” Non vi sembra?

Salviato: Sarei cauta: chi sarebbero gli pseudoscienziati? Chi potrà definire chi sono gli pseudoscienziati se non gli scienziati che forti del metodo scientifico dovrebbero radicare la loro autorevolezza nella serenità del loro operato e nel dibattito documentato e rispettoso? Ma quale dibattito scientifico potrà essere un confronto sereno e rispettoso, se si diffonde la paura di meritare un’etichetta, quella di
pseudoscienziato appunto, che ne fa un reprobo?

Semplici: Guarda, voglio stupirti: ho anch’io una citazione da fare. Lo storico della scienza statunitense Kuhn si spinse oltre l’analisi di Popper, sostenendo che una comunità scientifica non si costituisce sulla base di una metodologia falsificazionista, ma parte dall’accettazione di un modo di pensare. Noi abbiamo bisogno di quello che Kuhn chiamava paradigma, ci consente di riconoscerci e compiere delle scelte.

Salviato: Aspetta, aspetta! «Gli scienziati non mirano, di norma, a inventare nuove teorie, anzi spesso si mostrano intolleranti verso quelle concepite da altri»(6) credo che
Kuhn dicesse questo.

Sagredi: E che significa? Mi sono perso…

Salviato: Kuhn divise il processo scientifico in due fasi: scienza normale e scienza straordinaria/rivoluzionaria. Nella prima la maggioranza degli scienziati lavora in base al paradigma corrente, accettato dalla comunità scientifica. In seguito, dice Kuhn, si verificano anomalie nel paradigma corrente, con fenomeni che i modelli accettati dalla
comunità scientifica non sanno spiegare. Quando si accumulano abbastanza anomalie, alcuni scienziati iniziano a lavorare nell’ambito della cosiddetta scienza straordinaria, cercando di spiegare la realtà con nuovi modelli (gran parte dei quali, peraltro, sarà confutata). Ma alla fine si crea un nuovo paradigma, e quello vecchio è eliminato.
Insomma la contrapposizione tra scienza (“quel che pensa la maggioranza degli scienziati” o la cosiddetta “comunità scientifica”) e pseudoscienza (che mette in discussione alcune credenze e affermazioni oggi in voga) non ha fondamento nella
filosofia della scienza contemporanea, sembra piuttosto ispirata a uno scientismo di vecchio stampo. Naturalmente per chi mette in atto delle frodi è tutta un’altra storia…
se ne occupano i tribunali!

Semplici: Ma noi, che siamo medici, dobbiamo prendere decisioni, non possiamo baloccarci a confutare fake news e a disquisire di filosofia della scienza mentre dobbiamo fronteggiare l’opinione pubblica, gli pseudoscienziati o come li vogliamo chiamare, e i decisori!!

Salviato: E quindi cosa proponi?

Semplici: L’EBM(7), la medicina basata sulle evidenze, come scrivono nel Patto.

Salviato: Mhm, vuoi dire basata sulle prove, evitiamo la cattiva traduzione di evidence con evidenza. L’etimologia è comune ma i due termini hanno significato opposto: in
italiano evidenza è quello che è chiaro, evidente appunto, ma evidence in inglese significa prova, ovvero ciò che ha dovuto essere dimostrato, perché non era poi tanto evidente…

Semplici: Va bene, sei pedante ma non sarai anche contraria alla medicina basata sulle prove? Stamattina mi stai irritando…

Sagredi: Nonostante si tratti di un movimento culturale rivoluzionario, l’EBM trova il suo maggior limite nella qualità degli studi cui attingere per effettuare le revisioni: è
inevitabile che a studi condotti per finalità commerciali oppure ad una selezione degli studi secondo criteri parziali corrispondano revisioni poco attendibili(8).

Semplici: State dubitando della validità delle revisioni? Per esempio delle revisioni Cochrane? Ma se tu, Salviato, ne fai un uso continuo e sei sempre collegata con la Cochrane Library dopo tutto quello che hai fatto per ottenere l’accesso gratuito in ospedale… e poi non stai organizzando un seminario proprio basato sulle revisioni prodotte nell’ultimo anno nel tuo settore con la collaborazione del dottor Sagredi?

Salviato: Vero. Credo che le revisioni siano un prodotto “maturo” dell’EBM, utile perché ancora larga parte della pratica medica non si basa su prove per ragioni varie, fra cui la carenza di studi che rispondano in modo soddisfacente ai quesiti clinici. Ma le revisioni attendibili si basano sulla produzione di studi di buona qualità e questo risente della
disponibilità di fondi specie pubblici, del riconoscimento del conflitto d’interesse a vari livelli, della diffusione della cultura metodologica con consapevolezza dei dati esistenti
e capacità di critica dei risultati già noti, dell’individuazione delle misure di esito di
reale interesse per il paziente(9). Nel seminario ai colleghi vorremmo parlare anche di questo.

Semplici: Interessante, fammi sapere quando lo fate questo seminario.

Sagredi: Ma ho sentito parlare di una specie di scisma nella Cochrane. Tu ne sei al corrente, vero? La cosa come decisore pubblico mi sta molto allarmando, onestamente…

Salviato: Vi è stata una vera lacerazione nel contesto della Cochrane(10). Divisioni interne al direttivo, sospensioni e dimissioni, ma specialmente difficoltà a condividere
una mission di autonomia di pensiero ed indipendenza economica, ne hanno intaccato l’immagine e speriamo non debbano minare la fiducia nei confronti di una delle organizzazioni più coinvolte nella produzione di revisioni usate dai decisori. Questi
conflitti indicano la difficoltà a considerare le prove in modo indipendente e affidabile. Il conflitto d’interesse è sempre in agguato ed assume le forme più varie….

Semplici: Ma i decisori, quando devono decidere, appunto, se finanziare con soldi pubblici mettiamo l’acquisto di un vaccino, come possono fare? La loro posizione è assai scomoda, forse hanno pochi strumenti e forse fanno fatica a usarli correttamente…

Sagredi: In effetti i decisori pubblici hanno una posizione difficile, ma possono chiedere aiuto ai tecnici scegliendoli fra coloro che sono liberi da conflitti d’interesse.
Invece credo che la politica non abbia strumenti metodologici per entrare in un dibattito come il vostro, così tecnico e sofisticato. I firmatari del Patto sono in buona
fede, ma tenderebbero a privilegiare in modo acritico il prodotto finito delle revisioni, considerate come un’indiscutibile verità, esattamente il contrario dell’essenza dell’EBM che è continuare a porsi con spirito critico davanti alle procedure in uso, disponibili all’aggiornamento delle conoscenze di base, alla rivalutazione metodologica degli studi, ma specialmente a rispondere alle esigenze cliniche reali espresse dai pazienti.

Semplici: Ecco, ci siamo arrivati! E quale sarebbe il modello di gestione delle esigenze del malato che si propone? Sai quante contestazioni, conflitti, richieste che non possono essere soddisfatte che riceviamo… Lo so che adesso Salviato mi citerà Platone… “…esistono due specie di quelle che si chiamano medici: i medici degli schiavi che curavano senza dare spiegazioni e i medici degli uomini liberi che informavano e
collaboravano con il malato”(11). Ma noi informiamo o entriamo in conflitto per difendere la scienza?

Salviato: La medicina si basa su varie discipline scientifiche, ma queste non esauriscono la natura della medicina, caro dottor Semplici. Sicuramente non si può caldeggiare il ritorno all’angusto approccio biomedico nella relazione medico-paziente.

Semplici: Ti attendevo al varco! Ma ho anch’io qualcosa da dire. Balint ha sostenuto che l’approccio biomedico era superato dalle esigenze del nuovo assetto epidemiologico
delle malattie che chiedevano un più adeguato modello di gestione.
Al contrario dell’approccio biomedico, infatti, chi cura si trova di fronte, più che alla malattia, al malato con la sua identità culturale, sociale, psicologica ed economica; nella
pratica deve confrontarsi con il suo vissuto. Questo è lo scenario in cui ci muoviamo e che rende complesso il nostro lavoro!

Sagredi: Stai parlando del modello bio-psico-sociale, dottor Semplici(12).

Semplici: A me interessa l’alleanza terapeutica nel processo di cura: oggi si produce più con la collaborazione, rispettando l’identità del paziente, sviluppando la sua autonomia
e negoziando accertamenti e trattamenti che con un atteggiamento paternalisticodirettivo.

Sagredi: Alla lamentata perdita di autorevolezza dei sanitari si risponde in modo efficace con la disponibilità a spiegare ai cittadini i criteri con cui nascono le prove, offrendo anche rudimenti di statistica per costruire un linguaggio comune, ammettendo l’incertezza che deve essere espressa per entrare nelle scelte nel rispetto della libertà del cittadino, altrimenti di che consenso informato possiamo parlare? Ne tratteremo nel seminario organizzato dalla dottoressa Salviato.

Salviato: “Tutte le forze politiche italiane s’impegnano a implementare programmi capillari d’informazione sulla Scienza per la popolazione, a partire dalla scuola dell’obbligo, e coinvolgendo media, divulgatori, comunicatori, e ogni categoria di professionisti della ricerca e della sanità”(3). Sull’alfabetizzazione scientifica(13) come premessa a un buon dialogo con i cittadini siamo tutti d’accordo, purtroppo l’Italia è molto arretrata in questo…, si deve insegnare un approccio critico, sviluppando il pensiero logico e l’adeguata valutazione dei dati. Quanti studenti in medicina credete
che distinguano fra associazione fra due variabili e rapporto di causa-effetto?

Sagredi: …ai giovani va spiegato che è possibile discutere ma usando metodo e argomenti scientifici, e ciò costituisce un’importante garanzia per il continuo progresso
delle conoscenze e miglioramento delle soluzioni ai problemi. Questa sarebbe alfabetizzazione scientifica.
L’informazione sulla scienza, quella che passa attraverso l’acritica consultazione dei media, di articoli o di internet è un’altra cosa… Tutti ritengono di sapere, acquisiscono
una mole di dati senza nessun atteggiamento critico, nessuna consapevolezza, nella completa ignoranza delle premesse, e non sanno che farsene delle cose che credono di
sapere.

Semplici: Fatichiamo ad avere finanziamenti per la ricerca, figurarsi per la scuola…
Non capisco, però, perché il Patto trasversale per la scienza citi solo finanziamenti per la ricerca biomedica, e in particolare per quella di base, mi sembra poco equo. La scienza tutta ha bisogno di finanziamenti, specie pubblici.

Salviato: Effettivamente i finanziamenti pubblici servono a tutta la scienza, perché sia libera da interessi e pressioni politiche…

Semplici: Siamo d’accordo, ma adesso andiamo a lavorare!
Salviato: Così pensi che questo nostro approfondimento sia tempo perso?!

Semplici: No, ma vedo che ci stanno chiamando e che la sala d’attesa è piena…

Sagredi: Buon lavoro a tutti!

NOTE
(1) https://www.medicalfacts.it/2019/01/10/il-patto-trasversale-per-la-scienza-che-mette-daccordogrillo-
e-renzi/
(2) http://www.informasalus.it/it/articoli/scienziati-clero-laico-burioni.php#
(3) https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/10/quella-di-burioni-e-unidea-di-scienza-vecchia-esuperata-
e-il-suo-patto-lo-conferma/4888431/
(4) Verificazionismo: Un limite del verificazionismo, proposto dal Circolo di Vienna, era l’incapacità di distinguere come scientifiche o meno previsioni tipo “domani pioverà”, che sarebbero sensate dal punto di vista empirico e verificabili.
http://www.wuthrich.net/teaching/2013_145/Lect07_PopperEtAl.pdf
(5) Falsificabilità: In effetti, per esser assolutamente certi della verità di un’affermazione, sarebbero necessarie infinite osservazioni/ infinite verifiche. Infatti, per quanto un’affermazione possa trovare conferme, corre sempre il rischio di essere smentita da osservazioni che la contraddicano.
Risulterebbe, dunque, più sicura la ricerca di osservazioni contrarie alla teoria esposta che, appunto, la falsifichino.
http://www.wuthrich.net/teaching/2013_145/Lect07_PopperEtAl.pdf
(6) http://www.wuthrich.net/teaching/2013_145/Lect07_PopperEtAl.pdf
(7) La medicina basata sulle prove o EBM è una metodologia finalizzata a distinguere gli interventi efficaci dagli inefficaci; considera sia i trattamenti terapeutici che le procedure diagnostiche e l’organizzazione dei servizi.
Le prove scaturiscono dai risultati:
• di studi di confronto dell’intervento in esame rispetto a interventi di provata efficacia o placebo
(randomized clinical trial, RCT) se praticabili,
• di studi non randomizzati, quando questi offrono le uniche prove disponibili;
sono spesso riunite nelle cosiddette revisioni e integrate con l’esperienza professionale e le preferenze del paziente, per trovare un indirizzo anche quando le conoscenze scientifiche siano limitate, ammettendo l’incertezza nella comunicazione con i cittadini e condividendo le scelte terapeutiche con
i pazienti.
https://www.bmj.com/campaign/ebm-history
(8) Evidence based medicine manifesto for better healthcare. BMJ 2017;357:j2973
(9) Alessandro Liberati. Un decennio di EBM: un bilancio non proprio imparziale in Etica, Conoscenza e Sanità – 2005 Il Pensiero Scientifico Editore.
(10) Melanie Newman. Has Cochrane lost its way? Dissent over growing centralisation culminated in
the expulsion of one of Cochrane’s founding members. BMJ 2019;364:k5302.
(11) Platone Dialoghi, Le Leggi
(12) Il problema di una gestione efficiente delle malattie croniche, dell’assistenza domiciliare integrata,del rischio del conflitto medico-paziente, dell’influenza dei determinanti della salute, della medicina di precisione ed altro hanno portato il modello biomedico e la sua propensione deterministica alla unicità della causa alla sua obsolescenza. Il modello bio-psico-sociale, un modello di analisi e ricerca
sistemica e multifattoriale, sembra adeguato ad affrontare le nuove sfide della sanità moderna quali la diminuzione della aderenza alle prescrizioni per la sfiducia nella medicina, la necessità dell’empowerment per le malattie croniche e le cure domiciliari, la comunicazione strategica per la modifica degli stili di vita insalubri, la riduzione della conflittualità medico-paziente premessa di cause legali, la possibilità di rilevazione e conseguente segnalazione delle reazioni avverse
farmacologiche, l’attenzione alla qualità della vita del malato, alla bioetica, etc.
Engel GL “The need for a new medical model: a challenge for biomedicine” Science 1977: 129-136.
(13) M. Luisa Villa “La scienza sa di non sapere e per questo funziona” 2016 Guerini e Associati.